Italia-Serbia: LA MORTE DELLO SPORT... sospesa Prandelli, roba mai vista

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  1. Sesto Giulio Cesare
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    GENOVA -Ripetute violenze, a Genova e a Marassi degli ultras serbi che si scontrano con le forze dell'ordine, assalgono il pullman della loro stessa nazionale e lanciano petardi contro gli spalti dello stadio pieni di italiani, numerosi sono stati fermati. L'incontro, iniziato con oltre mezz'ora di ritardo, è stato sospeso dall'arbitro Thomson dopo 6 minuti di gioco per il lancio di fumogeni in campo.

    "La partita è stata chiusa definitivamente dall'arbitro (lo scozzese Craig Thomson, ndr), dopo il secondo lancio di fumogeni perchè ha detto che non riteneva più garantita la sicurezza dei giocatori in campo". Lo ha spiegato Antonello Valentini, direttore generale della Federcalcio, ai microfoni Rai. "Ora la palla passa al delegato Uefa che dovrà fare il suo rapporto" ha aggiunto.Italia-Serbia è stata sospesa dopo sei minuti di gioco per un nuovo lancio di fumogeni in campo da parte degli ultrà ospiti.

    Il nuovo lancio di fumogeni è stato prima in campo, verso la porta della squadra serba rischiando di colpire il numero 1 Zeljko Brkic, sfiorato alla gamba dal fuoco, poi di nuovo verso la gradinata nord. L'arbitro ha sospeso la gara, ha chiamato a sé il delegato Uefa, i responsabili delle due federazioni e i capitani. Dai gesti, lo scozzese Craig Thomson sembra intenzionato a far riprendere il gioco, dando un'ultima chanche alla partita di svolgersi.

    I circa 1.600 ultras della Serbia, confinati nel settore ospiti, in una vera e propria 'gabbia' da dove, a dieci minuti dal fischio dall'inizio della partita, valida per la qualificazione a Euro 2012, è cominciato un lancio di fumogeni prima verso l'adiacente gradinata nord, riempita da sostenitori dell'Italia. Il lancio è proseguito verso il campo, nonostante l'intervento dei vigili del fuoco, ed é stato accompagnato anche dall'esplosione di una bomba carta. La polizia, in assetto antisommossa, si è schierata a bordo campo al di là della recinzione che circonda i tifosi stranieri, e un'idrante è stato aperto verso di loro.

    MASSUCCI, DA POLIZIA SERBA NO SEGNALI ALLARME - "Tifosi così pericolosi non dovevano arrivare a Genova". Lo ha detto Roberto Massucci, responsabile per il Viminale della sicurezza della nazionale italiana di calcio. "Dai tradizionali canali di collegamento con la polizia serba, non era arrivato alcun segnale sul grado di pericolosità di questi tifosi. Noi per esperienza avevamo predisposto un apparato adeguato, ma mai avremmo immaginato un livello di aggressività così alto"

    FUMOGENI?APPARATO SICUREZZA ADEGUATO - "L'apparato di sicurezza predisposto dalle autorità italiane è stato adeguato. I controlli sono stati accurati, ma evidentemente chi ha intenzione dolosa di far entrare fumogeni in uno stadio, vi riesce, come dimostrano anche le vicende italiane". Lo ha detto Roberto Massucci, responsabile del Viminale per la sicurezza della nazionale di calcio dopo gli incidenti di Italia-Serbia.

    FONTI SICUREZZA,COMUNICAZIONI INSUFFICIENTI DA SERBIA - Comunicazioni "assolutamente insufficienti" sarebbero state fornite dalle autorità di pubblica sicurezza della Serbia riguardo ai tifosi che avrebbero seguito in Italia la nazionale ospite. E' quanto trapela da fonti della sicurezza impegnate questa sera nella gestione dell'ordine pubblico allo stadio Marassi per la partita Italia-Serbia. Le lacune nella comunicazione - secondo quanto trapela - avrebbero riguardato sia il numero dei tifosi, molti dei quali avrebbero raggiunto Genova sprovvisti di biglietto, sia profili caratteristici di alcuni gruppi di tifosi ospiti che non sono stati segnalati alle autorità italiane.

    SAP, E' STATO EVITATO IL PEGGIO - "La Polizia ha operato con grande equilibrio e professionalità a Genova. L'intervento del personale ha impedito che la situazione degenerasse ulteriormente per colpa di una banda di delinquenti". Lo afferma Nicola Tanzi, segretario generale del sindacato di polizia Sap. "La questura e i responsabili dell'ordine pubblico -ribadisce- hanno operato con grande professionalità. I controlli all'ingresso degli stadi vengono sempre fatti a campione, la Polizia a Genova ha operato al meglio. Adesso si lavorerà attraverso le immagini e le riprese per individuare i responsabili e punirli. Solidarietà piena -conclude Tanzi- a tutti i poliziotti impegnati nei servizi di ordine pubblico che spesso rischiano la vita per garantire la sicurezza dei cittadini".

    PORTIERE SERBO CURATO IN OSPEDALE - Il portiere della Nazionale della Serbia Vladimir Stojkovic è stato portato all'Ospedale San Martino di Genova per accertamenti dopo che un fumogeno dei tifosi slavi ha colpito il pullman della squadra nei pressi dell'albergo. Secondo quanto accertato dalla Digos, l'estremo difensore sarebbe stato colpito dall'esplosione del fumogeno ma senza riportare ferite gravi. Il giocatore è stato sottoposto alle prime cure. La Digos ha intanto confermato al momento un solo fermo di un tifoso in via Venti Settembre e ha smentito notizie riguardanti una decina di persone fermate.

    DIVERSI FERMI TRA TIFOSI SERBI - Le forze dell'ordine hanno eseguito diversi fermi di tifosi della Serbia mentre entravano allo stadio. Almeno tre supporter, visibilmente ubriachi, sono stati fermati subito oltre i cancelli e messi sotto sorveglianza. Un'ora prima della gara, i carabinieri hanno fermato un serbo per violenza e resistenza. In via Venti Settembre, nel cuore della città, ha lanciato tondini di ferro contro i militari di un battaglione schierato per mantenere l'ordine pubblico. Quando é stato avvicinato dai militari ha cercato di aggredirli e colpirli.

    ASSALTO E MINACCE ULTRAS ,STOIKOIVC NON GIOCA - Non c'é il portiere titolare Vladimir Stoikovic, nella formazione della Serbia che deve affrontare l'Italia questa sera a Genova per le qualificazioni a Euro 2012: è stato lo stesso giocatore a chiedere di non scendere in campo, dopo che alcuni ultras serbi al seguito della squadra lo avevano minacciato incrociandolo fuori dall'albergo e avevano tentato l'assalto al pullman della squadra.
     
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