Lippi, catenaccio su Balotelli

"decido io"

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    "Sarò io che parlerò al momento giusto, e non è questo". Così il c.t. della nazionale italiana Marcello Lippi ha riposto ai giornalisti che gli hanno chiesto se Balotelli sarà convocato o meno in nazionale in vista dei mondiali in Sudafrica. Lippi è a Napoli, all'ospedale Monaldi per partecipare alla festa di Natale, nell'aula magna del nosocomio, organizzata dall'associazione "Obiettivo Cuore Abc" (Associazione bambini cardiopatici) insieme ai clown di "dottor sorriso" e alla Fondazione Cannavaro-Ferrara. Anche riguardo a Cassano, Lippi ha detto: "Vuoi potete parlare di quello che volete ma sono io che poi parlerò al momento giusto di quello che voglio".

    GLOBALIZZAZIONE — Poi il c.t. è intervenuto anche sul momento difficile della Juventus: "La Juve ha tutto quello che le serve per riprendere il suo cammino, nella società, nello staff tecnico e nel parco giocatori". "Gioca stasera - ha aggiunto Lippi - vediamo cosa farà. Certo, non viene da un periodo felicissimo. Ma Ferrara non ha bisogno di consigli". Lippi ha commentato anche l'addio al calcio italiano dell'ex tecnico della Roma Luciano Spalletti da ieri sulla panchina dei russi dello Zenit San Pietroburgo. "Se gli allenatori italiani migliori vanno via vuol dire che torneranno più bravi e completi". "Viviamo nell'era della globalizzazione. Prendiamo il caso del calcio inglese - ha spiegato Lippi - i club sono di proprietà russa, araba, americana; gli allenatori sono spagnoli, italiani, portoghesi; in Premier league giocano calciatori di tutto il mondo. È così. Gli allenatori italiani sono molto preparati e sopratutto sono abituati a qualsiasi tipo di pressione come meglio non si potrebbe. Ma, come i calciatori che arrivano in Italia e dall'Italia vanno all'estero l'andazzo è questo. Sono esperienze e culture che si mescolano".

    BILANCIO CHAMPIONS — Lippi poi ha tracciato un bilancio tecnico dopo la fase a gironi di Champions League: "Non c'è niente di nuovo - ha detto - ho notato però una migliore capacità di organizzazione con combinazioni di moduli diversi anche tra squadre delle stesse nazioni. Questo dipende molto da quella mescolanza di cui ho fatto riferimento. Nelle nazionali però si cerca di mantenere la filosofia di appartenenza di ciascuna". Alla domanda se gli piacerebbe allenare all'estero, Lippi ha risposto con un secco no. Infine il tecnico viareggino ha detto che la squadra che finora gli è piaciuta di più è stata il Barcellona.
     
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