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Utente Supremo
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MANCHESTER (Inghilterra), 14 agosto 2010 - Prime parole da giocatore del City. Balotelli sorride, la nuova atmosfera sembra quasi intimidirlo. Intervista nel suo nuovo stadio per il sito della sua nuova squadra, che nella home accoglie i tifosi con un gigantesco "Meet Mario!". C'è entusiasmo a Manchester, lui lo sente e un po' di emozione si vede.
merito di mancio — "Sono molto contento di essere qui - esordisce Mario sulle note di Whatever degli Oasis - molti club mi hanno cercato in questo periodo ma io ho voluto solo il City". Gli chiedono quanto abbia contato nella scelta la presenza di Roberto Mancini in panchina. E lui, come sempre, non si nasconde: "Lui è stato molto importante. È stato lui a lanciarmi nel calcio e devo ammettere che al 60% il merito della mia decisione è suo". Quindi sfodera un elenco di compagni con cui è felice di giocare: "Patrick Vieira, siamo stati compagni all'Inter e sono felice di ritrovarlo qui. In Nazionale ho giocato contro Yaya Touré, mi piacciono molto anche Bellamy, Robinho e Tevez".
sempre se stessi — Domanda: credi di dover cambiare il tuo modo di giocare qui in Inghilterra? Difficile dire se si riferiscano alle suo doti tecniche o forse a quella certa esuberanza che lo ha contraddistinto anche in campo... Lui comunque risponde così: "Penso che quando hai un tuo stile di gioco, non è un problema dove e per quale club giochi. L'importante è rimanere se stessi". Poi l'ultima domanda: "Giocherai contro il Liverpool?". Mario sorride e azzarda un buon inglese: "I hope so". Lo spera. Hodgson forse lo spera un po' meno...
rabbia — In serata Balotelli rincara la dose, intervistato dal Tg1 delle 20: "Mi fa rabbia sentir dire adesso che è un peccato per il calcio italiano perdermi, nessuno ha fatto niente per trattenermi finchè non ho firmato con il Manchester". E aggiunge: "Sicuramente non mi mancheranno i giornali, perchè nell'ultimo mese tutti parlavano di me in modo esagerato. E non mi mancheranno neanche i cori razzisti. In Inghilterra, è solo calcio, non politica. Amici e famiglia mi verranno a trovare, ma non sarà la stessa cosa che averli vicino - ha ammesso Balotelli - Volevo portare con me il quadro con la firma di tutti quelli che mi amano, il regalo della mia famiglia, ma avevo paura di romperlo".
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