spot, 150 anni unità in dialetto

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    ROMA - Un coach di basket spiega le tattiche in casertano stretto ai suoi giocatori, che non capiscono una parola. Un prete celebra il rito del matrimonio in piemontese davanti agli sposi increduli. Poi ancora un imbianchino che comunica irpino-lucano, un politico che si esprime in ligure ai microfoni di giornalisti esterefatti, il cliente di un ristorante che fa le ordinazioni in viterbese a un cameriere che chiede aiuto. Scatta la campagna abbonamenti Rai dedicata all'anniversario dell'Unità d'Italia: gli spot sono girati nei dialetti di quasi tutte le regioni, al termine la scritta "Fratelli d'Italia" su una bandiera tricolore e la voce che spiega: 'In 150 anni ne abbiamo fatta di strada''.

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    "E' stata un'esperienza allo stesso tempo divertente e difficile - racconta il regista Alessandro D'Alatri, alla terza esperienza con la campagna abbonamenti della tv pubblica -. I dialetti ormai non si usano quasi più. Le agenzie rimanevano basite quando facevano le nostre richieste. Gli attori, dopo anni passati in corsi di dizione, erano costretti a tornare alle origini: sul set chiamavano i nonni per farsi dire il termine dialettale esatto. E' un gioco divertente, ognuno individuerà il proprio dialetto e cercherà di capire gli altri".

    La campagna abbonamenti riveste anche un importante ruolo strategico nell'attuale situazione di crisi aziendale. Il cda Rai non ha ancora firmato il contratto di servizio, in attesa di rassicurazioni adeguate sulle coperture da parte del governo. La lotta all'evasione, che coinvolge 6 milioni di famiglie con mancati introiti per 600 milioni euro e circa 400 mila esercizi pubblici con un danno per l'azienda di circa 100 milioni, è il primo punto all'ordine del giorno per recuperare risorse. Il ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, ha ultimamente rilanciato l'ipotesi di rendere obbligatorio il canone per chi paga la bolletta elettrica. "E' uno degli interventi normativi che auspichiamo - ha detto il direttore Abbonamenti Rai, Stanislao Argenti - Ci sono stime che confermano la grande efficacia di una tale misura. Tra le altre proposte ci sono l'accesso ad archivi, come quelli delle pay tv, attualmente protetti dalla legge sulla privacy e l'indicazione del possesso dell'apparecchio nel 740.

    E' chiaro che senza interventi normativi gli sforzi della Rai non saranno risolutivi". Il dg Mauro Masi ha annunciato come primo intervento una task-force di 50 nuovi agenti, che affiancheranno i 126 attualmente in forza, orientati sul recupero dell'evasione da canone speciale. "Per questa attività servivano professionalità specifiche - ha spiegato il direttore Sviluppo Commerciale, Luigi De Siervo - Grazie ad una rinnovata collaborazione con la Guardia di Finanza contiamo di ottenere risultati importanti". Sono stati sollecitati al pagamento anche 43 mila enti pubblici. "Alcuni ministeri non hanno pagato in attesa di avere risposta alla richiesta di esenzione - ha aggiunto Argenti -, mentre c'é un contenzioso con le Poste per il pagamento legato alla presenza di televisori negli uffici".
     
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