Milan senza stelle... Allarme campionato

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    Realismo, sacrifici, pochi fronzoli e ambizioni ridimensionate: il Milan - sconfitto dalla Juventus nel Trofeo Berlusconi - è consapevole che la politica scelta per riordinare i propri conti non può garantire vittorie e trofei a pioggia come in passato. Le cessioni prima di Thiago Silva, poi di Ibrahimovic, e quella imminente di Antonio Cassano rappresentano - come ha spiegato Silvio Berlusconi il 31 luglio - la fine di un ciclo durato vent'anni che ha visto l'arrivo di tanti campioni in casa Milan. La crisi economica italiana si riverbera nel calcio che - comunque - deve rispettare le regole internazionali del fair play finanziario. Non si possono fare deroghe e lo stesso presidente della Federcalcio Giancarlo Abete aveva elogiato l'atteggiamento del Milan rispetto al mercato. E' comprensibile che servirà tempo ai tifosi per metabolizzare le partenze eccellenti e capire che un'epoca è finita. Il Milan - senza fare drammi - deve rimboccarsi le maniche, armarsi di pazienza e cercare di ottenere il massimo dalla rosa attuale: contro la Juve ottimo Robinho, male invece Pato. Buona prestazione per Constant, in ombra Zapata. Ci sono i giovani capitanati da El Shaarawy che potrebbero dare le maggiori soddisfazioni. Boateng deve dimostrare pienamente il suo valore e il mercato non è ancora finito. Tramonta l'idea Kakà, sogno impossibile dei tifosi rossoneri. Massimiliano Allegri sa che è difficile competere per il titolo italiano che vede la Juventus favorita e le altre (Inter, Roma e Napoli) un po' più indietro. Berlusconi - dopo l'addio di Thiago Silva e Ibrahimovic - è stato chiaro riguardo alla 'spending review' del Milan. La somma vertiginosa offerta dal Paris Saint Germain per Thiago non si poteva rifiutare. Stesso discorso per Ibra con l'aggravante rappresentata dagli ultimatum posti dallo svedese alla società. Infine, la ribellione di Cassano. Il barese - agli Europei - aveva espresso chiaramente il suo pensiero in una conferenza stampa clamorosa svoltasi a Cracovia. "Per quanto riguarda la mia situazione - aveva detto - prima voglio giocare l'Europeo, poi non lo so se rimango al Milan o vado via. Thiago Silva è impossibile da sostituire. L'importante è che poi si sia chiari sugli obiettivi per i quali possiamo lottare. Senza di lui non si può lottare per vincere Champions o campionato. E' il 50 per cento della squadra. Io, da ignorante, non lo darei mai via. E' un delitto perdere Thiago Silva, è il più forte del mondo". La separazione si è consumata. Allegri è moderatamente dispiaciuto, riconoscendo che "non si può tenere un giocatore contro la sua volontà". Tutto sommato, meglio una squadra serena e umile con uno spogliatoio compatto depurato dai capricci e dalle bizze dei campioni. Un ritorno alla concretezza, alla volontà, alla capacità di sacrificarsi. Il Milan di oggi potrebbe avere come giocatore simbolo Antonio Nocerino, vero top player di una squadra non di stelle ma di seri e onesti professionisti.
     
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